cennino cennini

cennino cennini (Colle di Val d'Elsa, 1370 – Firenze, 1440) pittore italiano.

Libro dell'Arte.

Il Libro dell'Arte di Cennino Cennini è il più importante trattato sulla pittura nell'arte italiana e uno tra i principali per l'arte europea. È il primo in lingua volgare (un linguaggio misto tra toscano e veneto).
Fu scritto dal pittore fiorentino Cennini, collaboratore di Agnolo Gaddi, della seconda generazione dopo Giotto nei primi anni del Quattrocento, quando l'autore fiorentino si trovava a Padova al servizio dei Carraresi (vi si trovava almeno dal 1398).
Il libro è il primo trattato organicamente monografico sulla produzione artistica, contenente informazioni su pigmenti e pennelli, sulle tecniche della pittura e dell'affresco e fornisce inoltre consigli e "trucchi" del mestiere. Spesso l'opera è stata interpretata dagli studiosi come momento di passaggio fra l'arte medievale e quella rinascimentale. Per la prima volta infatti l'artista-intellettuale fissa dei principi teorici piuttosto che singole norme pratiche.
È il testo fondamentale soprattutto per i campi della pittura su tavola e l'affresco: la sua consultazione è oggi un passaggio obbligato per il restauro di opere d'arte antiche, rivalutato nel corso di importanti cicli di restauri, come quelli in seguito all'alluvione di Firenze del 1966.


 

 



 Le misure che dee avere il corpo dell'uomo fatto perfettamente (capitolo tratto da "il libro dell'arte") cennino cennini



Le misure che dee avere il corpo dell'uomo fatto perfettamente. Nota che, innanzi più oltre vada, ti voglio dare a littera le misure dell'uomo. Quelle della femmina lascio stare, perché non ha nessuna perfetta misura. Prima, come ho detto di sopra, il viso è diviso in tre parti: cioè la testa, una; il naso, l'altra; e dal naso al mento, l'altra. Dalla proda del naso per tutta la lunghezza dell'occhio, una di queste misure: dalla fine dell'occhio per fine all'orecchie, una di queste misure: dall'uno orecchio all'altro, un viso per lunghezza: dal mento sotto il gozzo al trovare della gola, una delle tre misure: la gola, lunga una misura: dalla forcella della gola alla sommità dell'omero, un viso; e così dall'altro omero: dall'omero al gomito, un viso: dal gomito al nodo della mano, un viso ed una delle tre misure: la mano tutta per lunghezza, un viso: dalla forcella della gola a quella del magone, o vero stomaco, un viso: dallo stomaco al bellico, un viso: dal bellico al nodo della coscia, un viso: dalla coscia al ginocchio, due visi: dal ginocchio al tallone della gamba, due visi: dal tallone alla pianta, una delle tre misure: il piè, lungo un viso.

Tant'è lungo l'uomo, quanto per il traverso, over le braccia, distenda; le braccia con le mani, per fino a mezza la coscia. È tutto l'uomo lungo otto visi e due delle tre misure. Ha l'uomo, men che la donna, una costola del petto dal lato manco. È in tutto l'uomo ossa ..... Dee avere la natura sua, cioè la verga, a quella misura che è piacere delle femmine; siano i suoi testicoli piccoli, di bel modo e freschi. L'uomo bello vuole essere bruno, e la femmina bianca, ec.

Degli animali irrazionali non ti conterò, perché non n'apparai mai nessuna misura. Ritra'ne e disegna più che puoi del naturale, e proverai. E a ciò fia buona pratica.

colorire o incarnare viso giovenile (tratto dal libro dell'arte) cennino cennini

colorire o incarnare viso giovenile (capitolo tratto dal libro dell'arte di cennino cennini 1370-1440)

CAPITOLO LXVII.Il modo e ordine a lavorare in muro, cioè in fresco, e di colorire oincarnare viso giovenile.Col nome della Santissima Trinità ti voglio mettere al colorire.Principalmente comincio a lavorare in muro, del quale t'informo chemodi dèi tenere a passo a passo. Quando vuoi lavorare in muro (ch'è 'l piùdolce e il più vago lavorare che sia), prima abbi calcina e sabbione,tamigiata bene l'una e l'altra. E se la calcina è ben grassa e fresca, richiedele due parti sabbione, la terza parte calcina. E intridili bene insieme conacqua, e tanta ne intridi, che ti duri quindici dì o venti. E lasciala riposarequalche dì, tanto che n'esca il fuoco: ché quando è così focosa, scoppia poilo 'ntonaco che fai. Quando se' per ismaltare, spazza bene prima il muro, ebagnalo bene, ché non può essere troppo bagnato; e togli la calcina tua benrimenata a cazzuola a cazzuola; e smalta prima una volta o due, tanto chevegna piano lo 'ntonaco sopra il muro. Poi, quando vuoi lavorare, abbiprima a mente di fare questo smalto bene arricciato, e un poco rasposo.Poi, secondo la storia o figura che de' fare, se lo intonaco è secco, togli ilcarbone, e disegna, e componi, e cogli bene ogni tuo' misura, battendoprima alcun filo, pigliando i mezzi degli spazi. Poi batterne alcuno, ecoglierne i piani. E a questo che batti per lo mezzo, a cogliere il piano,vuole essere uno piombino da piè del filo. E poi metti il sesto grande, l'unapunta in sul detto filo: e volgi il sesto mezzo tondo dal lato di sotto; poimetti la punta del sesto in sulla croce del mezzo dell'un filo e dell'altro, efa' l'altro mezzo tondo dal lato di sopra, e troverrai che dalla man dirittahai, per gli fili che si scontrano, fatto una crocetta per costante, dalla manzanca metti il filo da battere, che dia propio in su tuttadue le crocette: etroverai il tuo filo essere piano a livello. Poi componi col carbone, comedetto ho, storie o figure; e guida i tuo' spazj sempre gualivi, o uguali. Poipiglia un pennello piccolo e pontìo di setole, con un poco d'ocria, senzatempera, liquida come acqua; e va' ritraendo e disegnando le tue figure,aombrando come arai fatto con acquerelle quando imparavi a disegnare.Poi togli un mazzo di penne, e spazza bene il disegno del carbone.Poi togli un poco di sinopia senza tempera, e col pennello puntìo sottileva' tratteggiando nasi, occhi e capellature, e tutte stremità e intorni difigure; e fa' che queste figure sieno bene compartite con ogni misura,perché queste ti fanno cognoscere e provedere delle figure che hai acolorire. Poi fa' prima i tuoi fregi, o altre cose che voglia fare d'attorno, ecome a te convien torre della calcina predetta, ben rimenata con zappa econ cazzuola, per ordine che paia unguento. Poi considera in te medesimoquanto il dì puoi lavorare; ché quello che smalti, ti convien finire in queldì. È vero che alcuna volta di verno, a tempo di umido, lavorando in murodi pietra, alcuna volta sostiene lo smalto fresco in nell'altro dì. Ma, sepuoi, non t'indugiare; perché il lavorare in fresco, cioè di quel dì, è la piùforte tempera e migliore, e 'l più dilettevole lavorare che si faccia.Adunque smalta un pezzo d'intonaco sottiletto (e non troppo) e ben piano,bagnando prima lo 'ntonaco vecchio. Poi abbi il tuo pennello di setolegrosse in mano, intingilo nell'acqua chiara; battilo e bagna sopra il tuosmalto; e al tondo, con un'assicella di larghezza di una palma di mano, va'fregando su per lo 'ntonaco ben bagnato, acciò che l'assicella predetta siadonna di levare dove fosse troppa calcina, o porre dove ne mancasse, espianare bene il tuo smalto. Poi bagna il detto smalto col detto pennello, sebisogno n'ha; e colla punta della tua cazzuola, ben piana e ben pulita, la va'fregando su per lo intonaco. Poi batti le tuo' fila dell'ordine, e misura loprima fatto allo 'ntonaco di sotto. E facciamo ragione che abbi a fare per dìsolo una testa di Santa o di Santo giovane, sì come è quella di NostraDonna santissima. Come hai pulita così la calcina del tuo smalto, abbi unovasellino invetriato; ché tutti i vaselli vogliono essere invetriati, ritratticome il migliuolo o ver bicchiero, e voglion avere buono e grave sedere disotto, acciò che riseggano bene che non si spandessero i colori. Togliquanto una fava d'ocria scura (ché sono di due ragioni ocrie, chiare escure); e se non hai della scura, togli della chiara macinata bene. Mettilanel detto tuo vasellino, e togli un poco di nero, quanto fusse una lente;mescola colla detta ocria. Togli un poco di bianco sangiovanni, quanto unaterza fava; togli quanto una punta di coltellino di cinabrese chiara;mescola con li predetti i colori tutti insieme per ragioni, e fa' il detto colorecorrente e liquido con acqua chiara, senza tempera. Fa' un pennello sottileacuto di setole liquide e sottili, che entrino su per uno bucciuolo di pennad'oca; e con questo pennello atteggia il viso che vuoi fare (ricordandoti chedivida il viso in tre parti, cioè la testa, il naso, il mento con la bocca), e da'col tuo pennello a poco a poco, squasi asciutto, di questo colore, che sichiama a Firenze verdaccio, a Siena bazzèo. Quando hai dato la forma deltuo viso, e ti paresse o in le misure, o come si fosse, che non rispondessesecondo che a te paresse; col pennello grosso di setole, intinto nell'acqua,fregando su per lo detto intonaco, puoi guastarlo e rimendarlo. Poi abbi unpoco di verdeterra ben liquido, in un altro vasello; e con pennello di setole,mozzo, premuto col dito grosso e col lungo della man zanca, va' ecomincia a ombrare sotto il mento, e più dalla parte dove dee essere piùscuro il viso, andando ritrovando sotto il labbro della bocca, e in nelleprode della bocca, sotto il naso; e dal lato sotto le ciglia, forte verso ilnaso; un poco nella fine dell'occhio verso le orecchie: e così consentimento ricercare tutto 'l viso e le mani dove ha essere incarnazione.Poi abbi un pennello aguzzo di vaio, e va' rifermando bene ogni contorno(naso, occhi, labbri, e orecchie), di questo verdaccio. Alcuni maestri sonoche adesso, stando il viso in questa forma, tolgono un poco di biancosangiovanni, stemperato con acqua; e vanno cercando le sommità e rilievidel detto volto bene per ordine; poi danno una rossetta ne' labbri e nellegote cotali meluzzine; poi vanno sopra con un poco d'acquerella, cioèincarnazione, bene liquida; e rimane colorito. Toccandolo poi sopra irilievi d'un poco di bianco, è buon modo. Alcuni campeggiano il voltod'incarnazione, prima; poi vanno ritrovando con un poco di verdaccio eincarnazione, toccandolo con alcuno bianchetto: e riman fatto. Questo è unmodo di quelli che sanno poco dell'arte: ma tieni questo modo, di ciò cheti dimosterrò del colorire; però che Giotto, il gran maestro, tenea così. Luiebbe per suo discepolo Taddeo Gaddi fiorentino anni ventiquattro; ed erasuo figlioccio; Taddeo ebbe Agnolo suo figliuolo; Agnolo ebbe me annidodici: onde mi mise in questo modo del colorire; el quale Agnolo colorìmolto più vago e fresco che non fe' Taddeo suo padre.Prima abbia un vasellino: mettivi dentro, piccola cosa che basta, d'unpoco di bianco sangiovanni, e un poco di cinabrese chiara, squasi tantodell'uno quanto dell'altro. Con acqua chiara stempera ben liquidetto; conpennello di setole morbido, e ben premuto con le dita, detto di sopra, va'sopra il tuo viso, quando l'hai lasciato tocco di verdeterra; e con questarossetta tocca i labbri, e le meluzze delle gote. El mio maestro usavaponere queste meluzze più in ver le orecchie che verso il naso, perchéaiutano a dare rilievo al viso; e sfummava le dette meluzze d'attorno. Poiabbi tre vasellini, i quali dividi in tre parti d'incarnazione; che la più scura,sia per la metà più chiara che la rossetta; e l'altre due di grado in grado piùchiara l'una che l'altra. Or piglia il vasellino della più chiara, e conpennello di setole ben morbido, mozzetto, togli della detta incarnazione,con le dita premendo il pennello; e va' ritrovando tutti i rilievi del dettoviso. Poi piglia il vasellino della incarnazione mezzana, e va' ricercandotutti i mezzi del detto viso, e mani e pie' e imbusto, quando fai uno ignudo.Togli poi il vasellino della terza incarnazione, e va' nella stremitàdell'ombre, lasciando sempre, in nella stremità, che 'l detto verdeterra nonperda suo credito; e per questo modo va' più volte sfumando l'unaincarnazione con l'altra, tanto che rimanga bene campeggiato, secondo chenatura 'l promette. Guar'ti bene, se vuoi che la tua opera gitti ben fresca, fa'che col tuo pennello non eschi di suo luogo ad ogni condizioned'incarnazione, se non con bella arte commettere gentilmente l'una conl'altra. Ma veggendo tu lavorare, e praticare la mano, ti farebbe piùavidente che vederlo per iscrittura. Quando hai date le tue incarnazioni,fanne un'altra molto più chiara, squasi bianca; e va' con essa su per leciglia, su per lo rilievo del naso, su per la sommità del mento e delcoverchio dell'orecchio. Poi togli un pennello di vaio, acuto; e con biancopuro fa' i bianchi delli occhi, e in su la punta del naso, e un pochettinodalla proda della bocca, e tocca cotali rilievuzzi, gentili. Poi abbia un pocodi negro in altro vasellino, e con detto pennello profila il contorno delliocchi sopra le luci delli occhi; e fa' le nari del naso, e buchi dentrodell'orecchie. Poi togli in un vasellino un poco di sinopia scura, profila gliocchi di sotto, il naso d'intorno, le ciglia, la bocca; e ombra un poco sottoil labbro di sopra, che vuole pendere un poco più scuretto che il labbro disotto. Innanzi che profili così i dintorni, togli il detto pennello, colverdaccio va' ritoccando le capellature; poi col detto pennello con biancova' trovando le dette capellature; poi piglia un'acquarella di ocria chiara;va' ricoprendo le dette capellature con pennello mozzo di setole, comeincarnassi. Va' poi col detto pennello ritrovando le stremità con ocriascura; poi va' con un pennelletto di vaio, acuto, e con ocria chiara e biancosangiovanni, ritrovando i rilievi della capellatura. Poi col profilare dellasinopia va' ritrovando i contorni e le stremità della capellatura, come haifatto il viso, per tutto. E questo ti basti a un viso giovane.CAPITOLO LXVIII.Il modo di colorire un viso vecchio in fresco.Quando vuoi fare un viso di vecchio, a te conviene usare questo medesimomodo che al giovine; salvo che 'l tuo verdaccio vuole essere più scuretto, ecosì le incarnazioni; tenendo quel modo e quella pratica c'hai fatto delgiovane, e per costante le mani, e piedi, e 'l busto. Mo sia tu, che 'l tuovecchio abbi capellatura e barba canuta. Quando l'hai trovato di verdaccioe di bianco col tuo pennello di vaio acuto, togli in un vasellino biancosangiovanni e un poco di negro mescolato, liquido, e con pennello mozzoe morbido di setole, ben premuto, va' campeggiando barba e capellatura; epoi fa' di questo miscuglio un poco più scuretto, e vai trovando le scurità.Poi togli un pennelletto di vaio acuto, e va spelando gentilmente su per lirilievi delle dette capellatura e barba. E di questo cotal colore tu puo' fareil vaio.CAPITOLO LXIX.Il modo di colorire più maniere di barbe e di capellature in fresco.Quando vuoi fare d'altre capellature e d'altre barbe, o sanguigne, orossette, o negre, o di qual maniera tu vuoi, falle pur prima di verdaccio, eritrovale di bianco; poi le campeggia all'usato modo detto di sopra.Avvisati pur di qual colore tu vuoi, ché la pratica di vederne delle fattet'insegnerà.CAPITOLO LXX.Le misure che dee avere il corpo dell'uomo fatto perfettamente.Nota che, innanzi più oltre vada, ti voglio dare a littera le misuredell'uomo. Quelle della femmina lascio stare, perché non ha nessunaperfetta misura. Prima, come ho detto di sopra, il viso è diviso in tre parti:cioè la testa, una; il naso, l'altra; e dal naso al mento, l'altra. Dalla prodadel naso per tutta la lunghezza dell'occhio, una di queste misure: dalla finedell'occhio per fine all'orecchie, una di queste misure: dall'uno orecchioall'altro, un viso per lunghezza: dal mento sotto il gozzo al trovare dellagola, una delle tre misure: la gola, lunga una misura: dalla forcella dellagola alla sommità dell'omero, un viso; e così dall'altro omero: dall'omeroal gomito, un viso: dal gomito al nodo della mano, un viso ed una delle tremisure: la mano tutta per lunghezza, un viso: dalla forcella della gola aquella del magone, o vero stomaco, un viso: dallo stomaco al bellico, unviso: dal bellico al nodo della coscia, un viso: dalla coscia al ginocchio,due visi: dal ginocchio al tallone della gamba, due visi: dal tallone allapianta, una delle tre misure: il piè, lungo un viso.Tant'è lungo l'uomo, quanto per il traverso, over le braccia, distenda; lebraccia con le mani, per fino a mezza la coscia. È tutto l'uomo lungo ottovisi e due delle tre misure. Ha l'uomo, men che la donna, una costola delpetto dal lato manco. È in tutto l'uomo ossa ..... Dee avere la natura sua,cioè la verga, a quella misura che è piacere delle femmine; siano i suoitesticoli piccoli, di bel modo e freschi. L'uomo bello vuole essere bruno, ela femmina bianca, ec.Degli animali irrazionali non ti conterò, perché non n'apparai mainessuna misura. Ritra'ne e disegna più che puoi del naturale, e proverai. Ea ciò fia buona pratica.